Arsan, Emmanuelle Emmanuelle 

[ Pobierz całość w formacie PDF ]

Emmanuelle rifiutava di perdere di vista quelle attiviste della bellezza.
Tuttavia, quando le vide scendere quattro a quattro i gradini della grande scali-
nata che conduceva in giardino, non osò seguirle.
Non voleva essere colta in fragrante delitto di pedinamento e si fermò goffa-
mente sulla terrazza, sporgendosi dalla balaustra di marmo per non perdere di vista le
fuggitive.
Non fu difficile.
Si trovavano in piena luce, proprio sotto Emmanuelle.
A quanto pareva il loro slancio era stato interrotto da un incontro inatteso.
Esaminavano ora con curiosità il giovane uomo che si era materializzato sul loro
cammino.
Emmanuelle sentì una di loro (non poté indovinare quale) chiedere: «Lei chi è?»
Ma non riuscì a capire la risposta.
Le ragazze erano tutte comprese nel loro maneggio.
La bionda tese un braccio verso la fronte del ragazzo e ne scostò una ciocca di
capelli color dell'autunno.
«Somiglia al semidio dell'aereo,» rifletté Emmanuelle.
Ma da quella distanza lei poteva immaginare i tratti del suo volto, più che veder-
li. Ciononostante l'immagine del semidio continuava a stringerle il cuore mentre si
sforzava di non lasciarsi sfuggire alcuna mossa della scena che si stava svolgendo
sotto i suoi occhi.
A differenza del suo eroe dell'aria, questo giovane non prendeva l'iniziativa.
Si limitava a guardare le ragazze dinanzi a lui.
Anche loro per un bel po' non fecero altro che fissarlo con attenzione, come se
ne stessero soppesando pregi e difetti.
Nessuno parlava.
Emmanuelle pensava che ciascuna delle due donne, finché fosse stata legata al-
l'altra per mano, avrebbe saputo esattamente che cosa pensava e sentiva l'altra.
Nessun suono e nemmeno un ammiccare era necessario per tradurre la telepatia
mentale dei loro circuiti.
Ma un computer bacia mai l'oggetto del suo studio? La bionda invece avvicinò
il volto a quello dell'uomo, posò le labbra su quelle di lui e là ve le tenne.
Quasi contemporaneamente, aprendo a ventaglio la mantiglia dei capelli d'oro,
s'impadronì delle mani inattive del ragazzo e se le guidò ai seni.
Emmanuelle notò che il loro rilievo era meglio distinguibile.
Poteva vedere la macchia rosa dei capezzoli.
La calzamaglia vi aderiva maggiormente e li modellava più in rilievo o addirit-
tura avevano forato il leggero tessuto? «Ammenocché la calzamaglia non sia fatta di
una sostanza fondente, un materiale sensibile che il desiderio scioglie al momento
giusto. Per fortuna, perché altrimenti come andrebbe a finire?» Le sarebbe spiaciuto
vedere la ragazza costretta a gesti goffi per liberarsi della guaina e, peggio ancora,
che quella calzamaglia ritardasse l'ingresso in un così bel corpo.
Era d'improvviso ansiosa di assistere alla penetrazione della bionda da parte del
giovanotto, tanto che ogni preliminare le pareva inutile e dannoso. «Non aspettare!»
suggerì sottovoce. «Entra subito in lei, come farei io se fossi un uomo!» Prese anche
la decisione di fare, un giorno, l'amore con una donna da uomo.
Con quella donna, per l'esattezza.
Non esaminò nei dettagli la possibilità e i mezzi concreti per realizzare questa
novità. La bionda meraviglia le suscitava questo desiderio, ecco tutto! Questo basta-
va all'intensità del momento.
Aveva già quasi dimenticato la bruna. Però non fu contrariata quando quest'ul-
tima cominciò ad allentare la cravatta del giovanotto, aprì uno a uno i bottoni della
giacca, poi della camicia, scoprendogli il petto e cominciando ad esplorarlo.
Dopo un po' la bionda staccò le labbra da quelle dell'uomo e le posò su quelle
della bruna.
Dal movimento delle nuche, dalla torsione dei colli, dal dondolio dei fianchi
Emmanuelle poteva intuire il percorso delle lingue, le loro cavalcate, i loro incontri
nella bocca dell'una e dell'altra, assaporando la prossima scoperta d'altre aperture e
d'altre più profonde reciprocità.
Ora era dell'uomo che non si interessava più.
Fu la bionda a ricordarsi di lui.
Si sottrasse al bacio della bruna e, posando la mano sui capelli dell'amica, la in-
dusse a girare la testa e offrire le labbra al ragazzo.
Poi costrinse lui a lasciarle i seni e gli guidò le dita, strette fra le sue, a livello
del sesso della bruna, spingendole fino a graffiare con le unghie e affondare la fessu-
ra che il tessuto della gonna copriva.
Quando giudicò che svolgessero con sufficiente zelo il loro compito, già affon-
date nel lino stazzonato (Emmanuelle provò una eccitazione sconosciuta immaginan-
do che la stoffa venisse trascinata dal loro slancio di penetrazione; perversa, ne guan-
tava la sua fantasia, si bagnava con loro, man mano che penetravano nelle mucose
della bruna), la bionda s'inginocchiò, aprì la cintura e i pantaloni dell'uomo.
Con eleganza ben più romantica (Emmanuelle ne era persuasa) di una ballerina,
sull'adagio più tenero, s'introdusse nella breccia che aveva praticato nelle vesti del
giovane e non ritirò le mani finché non fu accompagnata da una verga ferma e vi-
brante come quella, pensò Emmanuelle, che l'aveva impalata sul Liocorno. Per giudi-
care dall'angolatura migliore il lavoro delle sue mani, la ragazza tirò indietro il busto,
e contemporaneamente gettò indietro la massa di capelli della stessa sfumatura di co-
lore, in quel momento, dei raggi della luna.
Emmanuelle s'illuse che quelle due fonti luminose si fossero accordate per mo-
dulare, ciascuna secondo la propria fantasia e il potere delle proprie carezze, la pla-
stica di quel fallo levato verso il cielo.
Il loro ardente pallore ora attenuava ora accentuava la sua brutalità come, in un
acquarello di Leonor Fini, la flessuosità livida di certi nudi accusa o scusa l'impa-
zienza dei corpi di sgorgare i loro succhi amorosi.
La bionda non aveva allentato la presa sulla verga.
Ne metteva alla prova la resistenza e la padronanza di sé, imprimendole con de-
licatezza e forza al tempo stesso movimenti di tale ampiezza e regolarità che avrebbe
già dovuto ricevere sui capelli lunghi getti di quello sperma che, gli occhi pensierosi
fissi sul prodigio che si stava compiendo, sembrava attendere.
Si stancò alla fine di quella eccitazione inutile oppure, al contrario, volle pre-
miare l'eroe della sua resistenza? Piegò all'improvviso la testa in avanti, coprendo
con la sua capigliatura come un'alba di miraggio il sesso che aveva fatto emergere
nella notte.
Emmanuelle non poteva vedere più nulla di quanto accadeva sotto il manto bril-
lante.
Forse per compensare quella segretezza inopportuna, la bruna, senza interrom-
pere l'omaggio delle labbra sulle labbra del kouros, gli tolse completamente giacca e
camicia e le lasciò cadere sull'erba.
Con le sue mani nascoste sotto il manto dei capelli la bionda aveva compiuto al-
tri gesti, denudando il giovanotto del resto degli abiti, così che, quando con un gesto
brusco si allontanò da lui per un momento, egli apparve nudo come la statua di pietra
vivente sulle rive di un antico specchio d'acqua che Emmanuelle avrebbe desiderato
che fosse.
Bello tutto, come era bello il suo sesso eretto e lucente di baci; scolpito di chia- [ Pobierz całość w formacie PDF ]

  • zanotowane.pl
  • doc.pisz.pl
  • pdf.pisz.pl
  • showthemusic.xlx.pl
  • © 2009 Silni rzÄ…dzÄ…, sÅ‚abych rzuca siÄ™ na pożarcie, ci poÅ›redni gdzieÅ› tam przemykajÄ… niezauważeni jak pierd-cichacz. - Ceske - Sjezdovky .cz. Design downloaded from free website templates