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questo secondo la parola di un arcangelo, una delle pa-
role più profonde che ci siano pervenute dal mondo an-
gelico.
Lei dice che le tentazioni di sensualità sono diminuite
e che non comprende come il pericolo di legarsi a quella
signora con l anima La sgomenti più del pericolo di una
caduta puramente sensuale. Il Suo terrore è giusto per-
chè la viltà stessa del peccato semplicemente sensuale
prima è un ritegno e dopo genera quell impulso di dolo-
re e di sdegno che rialza rapidamente. Invece il legame
creduto solo d anima conduce, a poco a poco, quando
c è l occasione, a certe familiarità che vanno diventando
più e più sensuali e preparano una sovreccitazione del
corpo che si unisce alla sovreccitazione dello spirito. Al-
lora, in questo naturale accordo del corpo e dello spiri-
to, il peccato pare meno vile, meno deformatore della
natura umana e non genera odio e schifo dell altra per-
sona come nel primo caso, genera invece una più stretta
unione nel male, unione superba e cieca, contenta di sè
fino a che, per suo castigo, e spirito e corpo non si raf-
freddino. Ringrazi Dio che L ammonisce del pericolo da
Lei non veduto con un orrore da Lei non compreso.
Non indugi, cessi di vedere quella signora e, senza timo-
re dei suoi dubbi circa la Fede, si chiuda nelle braccia di
Gesù. Poi, quanto a rimanere o partire, io non Le voglio
più dare consigli. Io La vedo già fra quelle braccia, su
quel petto, e sento che debbo solamente dirle, poichè
sono qui un amico e non altro: interroghi Lui, ascolti
Lui. Allora, quando dirà i Suoi desideri a Gesù, si ricor-
Letteratura italiana Einaudi 55
Antonio Fogazzaro - Piccolo mondo moderno
di anche, per l ultima cosa, di questo vecchio prete tanto
impedito ancora nello spirito da un miserabile corpo
che decade sempre e non si dissolve mai. Ha inteso, ca-
ro?»
Maironi non rispondeva, baciava l abito dell uomo
santo, piangendo. E l uomo santo chinò il viso, gli posò
lievemente le labbra sui capelli, guardando pur sempre
con occhi riverenti nell alto, nell Invisibile.
Non pioveva più, blandi chiarori di sole mal nascosto
nelle nuvole giallognole ravvivavano il giardino sonno-
lento, lucevano sulla umida gradinata della villa, dove
don Giuseppe stava mostrando a Maironi con un sorriso
triste la scena dei piani sfumanti di qua sino ai grandi
coni azzurrognoli degli Euganei, di là sino alla sottile pa-
rete soleggiata dei Berici, e il giardino da lui pensato, di-
segnato, gittato sul rustico piano e sul colle selvaggio,
abbellito via via, d anno in anno, vagheggiato nel suo fu-
turo fiore non per sè, ma per dilette anime partite dalla
terra, contro l antivedere umano, prima di lui.
«Ecco» diss egli accennando con una mano agli Eu-
ganei, «Praglia è là.»
Per venire da don Giuseppe, Maironi aveva detto in
casa che si pigliava un giorno di riposo e che desiderava
rivedere l abbazia benedettina di Praglia. Adesso aveva
poca voglia di andarci. Don Giuseppe lo incoraggiò. Era
così magnificamente triste, l antico monastero! Era così
propizio, nella sua maestà cinta di solitudine, ai pensieri
di cui Maironi aveva maggior bisogno! Il vecchio si ani-
mava tutto in viso parlando dei cortili eleganti e severi,
della Crocifissione di Bartolomeo Montagna che stava
nel refettorio e anche dell indegno abbandono in cui
l insigne monumento era lasciato dal Governo, degli
strazî maggiori che si temevano allora e che furono com-
piuti più tardi: assassinio vile di un vecchio glorioso, de-
litto consumato nel silenzio, col favore della solitudine.
Letteratura italiana Einaudi 56
Antonio Fogazzaro - Piccolo mondo moderno
Maironi, distratto, lo ascoltava male. Pensava all altra
solitudine lontana della Valsolda. Proprio il giorno pri-
ma gli avevano scritto di là che il mandarino del giardi-
netto pensile era uscito malconcio assai dall invernata
dura, che l antica passiflora della terrazza era morta, che
occorrevano riparazioni al tetto della sala e alle palizzate
delle fondamenta nel lago, e che si sperava in una pros-
sima visita del padrone. Mentre don Giuseppe gli parla-
va del doloroso abbandono in cui giaceva Praglia, egli
aveva in mente la casetta deserta dov erano morti suo
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